Scende il sipario su quella che è stata una delle edizioni più riuscite.
Meccanismi rodati, ormai perfetti: partite di bambini che si susseguono senza l’approdo al riposo, mamme che “sfornano” pane e nutella a bordo campo, Vecchie Seghe e Vecchie Glorie che scalpitano nella fremente attesa della gara. Non c’è mai nulla di scontato negli eventi; ogni anno ha la sua storia e ogni storia è unica … come il DNA o le impronte digitali. Di nuovo in campo per onorare l’evento sportivo più bello dell’estate tornimpartese. Prima della gara classica, abbiamo vissuto un momento emozionante e toccante; il ricordo di Giovanni Tiberi, prematuramente scomparso. Questo grande uomo, già roccioso rugbista del Paganica, sempre sorridente, ha allenato tanti di noi negli anni in cui, forse, mancava quella forza atletica che ogni giocatore dovrebbe avere. Con la sua Ritmo bianca dove non mancavano mai le canzoni dei grandi cantautori italiani, accompagnava anche alcuni di noi non ancora patentati. Tanti ricordi uniti a una legittima commozione … e poi la vita che resta e avanza verso un futuro che attende. Dopo i colori e le gioie delle partite dei bambini, si aprono i cancelli dell’arena. Gli sfottò non mancano mai con le Vecchie Seghe pronte a riproporre le loro vittorie nelle ultime due edizioni. Il pre-gara suona un ultimo appello: le Vecchie Glorie non possono sbagliare quest’anno! Si decide, non senza qualche polemica espressa a più voci dalle Vecchie Seghe, di rinforzare i ranghi delle Glorie; ci sono giocatori acciaccati e in la con gli anni … occorrono forze fresche e buone gambe. Una giusta campagna acquisti rinforza la squadra più anziana. Si parte … Totò ha già fischiato, forse fischia anche troppo. Va bene così … la gara è sentita, anche in ambito arbitrale. “L’Italia s’è desta”, quasi un grido di battaglia per le Glorie: Concentratissime in ogni reparto, non sbagliano un colpo. A fine gara si dirà che tutti hanno giocato bene … nessuno escluso. E’ inutile ribadire l’ottima prestazione che regala la vittoria alle Glorie. Un netto 5 a 2 che non lascia spazio ad altre interpretazioni; ognuno ha dato il suo piccolo-grande contributo. Non solo presenza ma anche impegno, corsa e tanta grinta. Su tutto, le prodezze di Giovanni Pelliccione: segna e fa segnare dettando i giusti tempi. Intorno, la forza di un grande centravanti come Vincenzo Rossi (anche lui in goal), la corsa sempre viva di un centrocampo esperto (Bistefano, Alex Conversi, l’intramontabile Miocchi), la rocciosità di una difesa insuperabile e agile (un grande Leader, un sempre verde Santino e un attento Vincenzino Angelone). E ancora … Zippò, Mario, Marino, Luigi, Domenico, Sor Patacca, Fabrizio, Nando, Cranio, Ju Compare Domenico … tutti presenti e mai domi … fino in fondo … fino alla vittoria! Alberto e Cristiano sono stati i portieri, in verità poco impegnati, delle Glorie. Le Seghe hanno avuto la sfortuna di impattare contro una squadra che non voleva perdere. Hanno giocato una gara dignitosa con i giusti schieramenti in campo. Tra loro anche un ottimo Marco Conti, un coriaceo Bonny, un grintoso Caiò, un esperto Cinghiale Valerio e un acciaccato, ma sempre forte, Gianmario. Forse è mancata un po’ la forza di Franchettò (decisivo nella precedente edizione) e la concretezza del Cadaverone Andrea. E poi Tony, Menestra, Dottò, Marino, Romualdo, Boskov, Alonzio, Dario, Ju Sciurratu, Lucio, Sergio, Rinaldo, Dario, Luca … ognuno a dare man forte. In ogni caso, non si possono assegnare demeriti alle Seghe al cospetto della consistenza delle Vecchie Glorie. Va bene così … non si può vincere sempre e non si può perdere sempre; l’alternanza dei risultati rende più bella e accattivante la sfida. Sicuramente le Glorie avranno il loro bel da fare nell’edizione 2015 per confermare l’ottimo risultato di quest’anno. Come sempre è stata una gara pulita e senza colpi duri. Correttezza dall’inizio alla fine, con qualche presenza di troppo puntando sul fatto che l’arbitro non contava i giocatori in campo. E’ anche vero, però, che il rettangolo di gioco appare sempre più grande con il passare degli anni. La gara finisce tra le risate e gli abbracci … lo spirito è questo. Nessuno di noi ha la presunzione di votarsi campione; cerchiamo semplicemente di mantenere vivi contatti di amicizia nella bellezza del ricordo e del reciproco ritrovarsi. Finalmente la doccia che lava la sana e bella fatica e ristora il corpo ormai pronto ad accogliere la gradevolezza di una cena immancabile. Premiazioni, foto, ottimo cibo e altro. La serata scivola via verso la notte … come sempre questo giorno speciale è volato via come tutte le cose belle che appartengono alla vita. Consegniamo l’undicesima edizione allo splendore dei ricordi; in ognuno di noi la consapevolezza di aver collocato un altro importante mattone nella solidità delle nostre esistenze. Un caro saluto e a presto per nuove e immancabili avventure. Ma prima di chiudere … sempre GRAZIE ai preziosi sponsor, all’unico e insostituibile speaker Chitarra e allo staff che, con gioia, ogni anno, si carica sulle spalle il peso dell’organizzazione.