Miglior Giocatore: Tatò
Più Sega: Vitale
Il Processo di BIStefano:
“Venti e sto!”. In gergo tecnico saremmo ancora “Fuori Quota”, ma portiamo, addosso, il dolce peso degli anni e dei ricordi. Lo percepiamo soprattutto nelle gambe, lo portiamo sulle spalle, sull’intero corpo che ancora una volta, indomito, torna a casa integro. E questo è un bene… indice di sano agonismo e lontani da colpi proibiti. Se ci fosse cattiveria, non sarebbe la nostra Partita. Il giorno dopo ci si alza sempre con qualche acciacco in più. Percepisci cigolii dalle articolazioni e c’è qualche scricchiolo nuovo. Nessuno però ti toglie quel sorriso che vedi stampato sulla faccia di tutti i partecipanti, a cui va il ringraziamento più grande. Perché quando si varca la soglia del campo, è obbligatorio indossare il sorriso migliore e lasciarsi andare a strette di mani, abbracci, battute, sfottò e buon umore. Tutto scorre liscio, naturale senza alcuna forzatura. E’ un tempo atteso a cui dedichiamo rispetto e riguardo, come si fa con un gradito ospite d’onore. Abbiamo fatto sentire il nostro calore alle famiglie di chi ci ha lasciato prematuramente… cuore e commozione, schierati in campo con i colori della nuove maglie. La partita? Anche quest’anno, la nutrita partecipazione ha richiesto la formula del triangolare. Per il secondo anno consecutivo vincono gli “Sbotici”, bravi nel far valere una migliore condizione fisica rispetto alle “Vecchie Glorie”, ormai un po’ “datate”, e alle “Vecchie Seghe”, comunque pimpanti e ben messe in campo. Anche a cena abbiamo avuto un a grande partecipazione, a riprova dell’importanza che viene dedicata alla nostra partita. Il mattino dopo percepisci quella piacevole sensazione di aver vissuto nuovamente momenti belli. Per dirla con le parole di Pino Daniele, c’è “Alleria”… quella leggera brezza che arriva al cuore mentre insegui i ricordi. Una sorta di malinconica allegria che ci proietta verso il futuro. Perché la nostra partita non si ferma qui…